Benvenuti nel sito della Biblioteca Popolare "Salvatore Barra" di Partinico


Sito della Biblioteca Popolare "Salvatore Barra"
Sede: Circolo "Peppino Impastato" del PRC, via Venezia (ex Arena Lo Baido) - Partinico
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lunedì 25 maggio 2015

Recensione de "L'ombra del vento" di Carlos Ruiz Zafon

A Barcellona uno dei primi giorni d’estate del 1945 il proprietario di una libreria porta suo figlio Daniel Sempere  al cimitero dei libri dimenticati, un luogo dove vengono custoditi  libri che nessuno più ricorda; i libri perduti nel tempo.  Il padre chiede di non raccontare a nessuno quello che vedrà, eccetto alla madre, morta durante la guerra civile, quando Daniel aveva appena 4 anni. All’alba Daniel e suo padre si incamminarono alla volta di un palazzo abbandonato, il custode del luogo era un uomo di nome Isaac. Lui gli disse di entrare e lo seguirono fino all’ingresso di quello che apparve come un labirinto con scaffali altissimi pieni zeppi di libri. Il padre gli chiese di scegliere un libro e la scelta ricadde su “L'ombra del vento” dello sconosciuto autore Julian Carax . In una notte, il ragazzo rimase travolto dalla storia e questo segnò l’inizio di un’avventura che durerà dieci anni. Infatti subito dopo aver finito il libro, Daniel iniziò a cercare notizie sull'autore ed è qui che emerge una inquietante figura che nel corso degli anni ha avuto il solo scopo di bruciare ogni libro di Carax ed è proprio lui che minaccerà Daniel di ucciderlo se non gli avesse consegnato il libro. Attraverso un amico del padre, don Gustavo Barcelò, anche lui proprietario di una libreria, Daniel conobbe Clara, una ragazza cieca, ma di estrema bellezza, anch'ella molto affascinata dai libri di Carax. Egli se ne innamorò, ma ebbe la sua prima grande delusione, perché scoprì che la ragazza aveva una relazione con il suo insegnante di pianoforte, Adrian Neri, che una notte, appena lo vide, lo buttò fuori da villa Barcelò. In quell’occasione, Daniel conobbe un vagabondo, Fermin Romero de Torres, con cui poi instaurò una splendida amicizia. Qualche tempo dopo, il ragazzo insieme al padre decisero di far lavorare Fermin nella libreria; questo simpatico personaggio, prima della caduta di Barcellona, era una spia che sorvegliava gli uomini più emergenti di quel tempo come Javier Francisco Fumero, un poliziotto che in seguito catturò Fermin e lo torturò in modo che rivelasse il nome dei suoi superiori. Nel corso della storia e nel corso delle sue continue ricerche, Daniel conobbe Bea , la sorella del suo migliore amico Tomàs Aguilar; tra i due nacque una profonda passione che mise a repentaglio l'amicizia dei due ragazzi. Successivamente, Daniel riuscì a scoprire molto sulla vita e il passato di Carax, parlando con padre Fernando Ramos, amico e compagno di classe al San Gabriel. Julian Carax era figlio di un cappellaio, Antoni Fortuny, e Sophie Carax, una donna di origine francese. Un giorno, arrivò nella cappelleria Fortuny un certo don Ricardo Aldaya, che rimase così colpito dall'intelligenza di Julian, che decise di iscriverlo con suo figlio Jorge al San Gabriel, una prestigiosissima scuola di Barcellona, ma che in seguito si rivelò il suo vero padre. Al San Gabriel il ragazzo conobbe Miquel Moliner, il suo migliore amico, che dopo lo avrebbe aiutato nella fuga a Parigi e che addirittura si sarebbe sacrificato facendosi ammazzare con il nome di Julian Carax, e conobbe anche Francisco Javier Fumero che è lo stesso ispettore che torturò Fermin. Mentre frequentava la casa degli Aldaya conobbe Penelope, la sorella di Jorge. Tra i due iniziò una travolgente storia d’amore che finì in tragedia, con la morte della giovane e del figlio che portava in grembo, di cui Julian non era a conoscenza. Durante le sue ricerche Daniel ritrova inquietanti parallelismi con la propria vita. Infatti lui e Bea si innamorano e per non farsi scoprire, durante una notte si rifugiano nella ex casa degli Aldaya, ed è proprio lì che Bea rimane incinta. Nella stessa notte...

Presentazione del libro "Palermo nel gorgo" di Pino Toro e Nuccio Vara



Nuccio Vara, Toti Costanzo, Pino Toro, Dario Carnevale, Serena Guida








venerdì 22 maggio 2015

lunedì 18 maggio 2015

Recensione de "Il principe felice" di Oscar Wilde

Il "Principe Felice" è un romanzo dal quale prende nome la raccolta di fiabe "Il principe felice e altri racconti". La storia ruota attorno ad una vicenda specifica. Una notte una rondine durante il suo viaggio d’emigrazione verso il caldo sole dell’Egitto, si trova a passare per un’innominata città, vedendosi stanca per il lungo viaggio già affrontato, decide di sostare attratta da qualcosa, forse una statua che brillava persino di notte. Questa statua posta su una colonna, era tutta  ricoperta da foglie d'oro e pietre preziose raffigurava un principe, ed i cittadini solevano ammirarla durante la giornata. La rondine attratta dalla bellezza dell’opera, decide di posarsi sopra la testa del principe, che magicamente prende vita e comincia a raccontarle la sua storia chiedendole di aiutarlo a cancellare le brutture e le miserie della città che nella sua vita aveva sempre ignorato ma che adesso, dall'alto della colonna, vede fin troppo bene. La rondine preferirebbe emigrare verso l’Egitto, ma, vinta dal suo buon cuore, decide di aiutarlo e inizia a spogliarlo dei gioielli che lo adornano per donarli ai poveri e ai bisognosi che il Principe stesso le indica. Il Principe ormai rimasto senza tutti i suoi decorativi consiglia alla rondine di migrare verso l'Egitto, ma lei, affezionata alla statua resta a farle compagnia, fino a lasciarsi morire ai suoi piedi. Il Sindaco, notando la statua tutta spoglia e grigia e l'uccello morto, decide di abbatterla e gettarne i resti nella discarica, chiedendo di farne costruire una che lo rappresenti. Ciascuno dei Consiglieri Comunali, volendone una propria, si ribella, e ne nasce un litigio che al momento della narrazione non è ancora terminato. Un giorno Dio chiede ad un angelo di portargli le due cose più preziose della città e l'angelo gli porta il cuore di piombo del Principe e il corpicino della rondinella.